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Il contratto di rete tra imprese

Sinergia, flessibilità, autonomia, convenienza…Rete!

di Giulia Crivellini

Sono i tratti distintivi del contratto di Rete tra imprese, nei suoi due tipi: soggetto e contratto. Il contratto di rete è uno strumento giuridico che, introdotto nel nostro ordinamento nel 2009, si sta diffondendo sempre di più all’interno del mercato produttivo nazionale e che si appresta ad affacciarsi anche all’interno dei settori regolati. Il fenomeno delle aggregazioni tra imprese è andato sempre più sviluppandosi nel nostro ordinamento come insieme di modelli che, pur differenziati per tipologia e morfologia giuridica, sono accomunati dalla funzione di ridurre ad un’unità obiettivi, finalità e scopi di un’attività economica. I modelli aggregativi di imprese sono diretti al perseguimento di un obiettivo comune tra le imprese. L’obiettivo è raggiunto attraverso forme di coordinamento e collaborazione tipicizzate e più o meno disciplinate dalla legge, come il contratto di rete, o altre definite socialmente tipiche. I processi di aggregazione possono comportare limitazioni nell’autonomia economica delle imprese ed essere accompagnati da operazioni straordinarie, fortemente impattanti sulla struttura giuridica delle società (cessione, fusione, trasformazione). A differenza delle società di capitali,  il contratto di rete lascia maggiore autonomia decisionale alle parti nella definizione dei contenuti del progetto e delle regole di funzionamento interno, garantendo al contempo stabilità e durata all’iniziativa. Il modello negoziale lascia liberi i contraenti di valutare e scegliere se costituire:

  1. un soggetto giuridico autonomo dagli stessi (modello di rete soggetto), dotato di personalità giuridica e in grado di interfacciarsi nei rapporti, anche negoziali, con i terzi,
  2. ovvero se propendere per il modello di rete contratto), in cui ciascuna impresa mantiene la propria autonomia e identità gestionale, salvo la necessità di coordinare l’attività messa a servizio della rete con gli altri retisti.

Secondo il Rapporto Istat per l’anno 2017, lo strumento del contratto di rete ha consentito in questi anni alla gran parte degli oltre 19 mila imprenditori interessati (per 4 mila progetti sin d’ora), non solo di ridurre gli impatti della crisi, ma anche di accrescere le performance individuali e collettive, in termini di fatturato e livello occupazionale. Si può, quindi, parlare di uno strumento a sostegno della competitività e dell’efficienza delle imprese italiane, in grado di oltrepassare settori, aree geografiche e dimensioni delle imprese coinvolte. La rapida diffusione del fenomeno, insieme al naturale sospetto nei confronti delle innovazioni anche giuridiche, non ha, tuttavia, consentito di sciogliere ancora tutti i nodi attorno a questo strumento.

Il settore energia

Per quanto riguarda il settore dell’energia elettrica e, in particolare, i processi aggregativi tra imprese di distribuzione di energia elettrica appartenenti anche ad aree geografiche non contigue, per contemperare adeguatamente tutti gli interessi in gioco e quelli pubblici per primi, occorre considerare diversi aspetti. Anche non usando un ordine logico, i più significativi attengono:

  1. alla definizione dei criteri-guida per la scelta dei soggetti retisti, soprattutto in relazione agli obblighi di evidenza pubblica per le pubbliche amministrazioni coinvolte;
  2. al raccordo delle tempistiche di realizzazione del progetto con il processo di progressiva liberalizzazione del settore;
  3. al peso di ciascun retista all’interno della rete;
  4. ai meccanismi di scioglimento della rete, proteggendo al contempo il sistema;
  5. ai meccanismi di acquisizione di beni e servizi e di conferimento di assets aziendali;
  6. all’adozione di modelli di separazione funzionale tra le attività, in linea con le prescrizioni ARERA;
  7. alla disciplina della concessione;
  8. al riconoscimento nel sistema tariffario adottato dal regolatore.

Per affrontare questi nodi, le sfide e le opportunità che il contratto di rete offre anche nell’ambito del settore dell’energia elettrica, Utilitalia, in collaborazione con ARERA e CSEA, ha promosso un convegno che si terrà nella fine del mese di giugno 2018 in provincia di Trento, e che vedrà, sul tema, la partecipazione della società di consulenza Energy Advisors e dello studio legale LP Avvocati, nell’ottica di fornire agli operatori le informazioni e gli strumenti di scelta, che possano divenire una guida per orientare il proprio futuro, nel loro interesse e soprattutto nell’interesse pubblico collegato ai valori del pluralismo, dell’efficientamento di un servizio di interesse generale e all’efficienza ed economicità dell’azione amministrativa preposta al suo governo ed al suo controllo.

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